Ricerche Idriche Sottosuolo
Dal 1979…
Realizzazione Pozzi
Due sono le tipologie di trivellazione che permettono alla R.I.S. di realizzare pozzi artesiani e pozzi d’acqua ad uso civile / industriale.
Pozzi a percussione
Da sempre la R.I.S. si occupa di pozzi realizzati con la tecnica a percussione: si tratta di una tecnica che prevede l’impiego di un cantiere automontato, dotato di una torre al cui vertice è fissata una puleggia. Da questa, scorre una fune metallica a cui viene assicurata una benna o una sonda – a seconda se si lavora a secco o in presenza di acqua – dotata di apertura verso l’interno.
In fase di discesa, il materiale penetra all’interno dell’attrezzo, la valvola di fondo si chiude e lo ritiene; successivamente viene estratto dal foro ed il suo contenuto vuotato all’esterno. Contestualmente la tubazione di manovra ha lo scopo di sostenere le pareti del foro, man mano che scende in profondità.
Il materiale estratto può quindi essere immediatamente analizzato, determinando così la tipologia di terreno in relazione alla profondità raggiunta ed eseguendo le opportune valutazioni in caso di un’eventuale falda acquifera.
Dopo aver fissato infatti quote e variazioni di terreno individuando la stratigrafia e la granulometria dell’acquifero, i dati vengono interpretati nel modo più preciso ed efficace possibile, al fine di assicurare il corretto andamento delle lavorazioni. Si definisce così il materiale da utilizzare, apertura, tipo e posizione della parte filtrante, tipologia e granulometria del drenaggio.
Il rivestimento predeve l’inserimento della tubazione definitiva all’interno della colonna di manovra, calando il materiale drenante nell’intercapedine esistente tra tubo e pareti della perforazione.
Infine il pozzo viene avviato mediante la posa di un’elettropompa sommersa di adeguata potenza per raggiungere la limpidezza dell’acqua.
I cantieri di cui dispone R.I.S. sono due, a seconda delle dimensioni del pozzo realizzato, che coprono un range di foro che va dal Ø 800 mm. al Ø 390 mm. e raggiungono una profondità massima di –140,00 mt. da p.c., in base alla litologia del terreno attraversato.
Pozzi a circolazione diretta
Negli ultimi anni, ponendo una particolare attenzione alle nuove esigenze di mercato,
viene introdotta la tecnica a circolazione diretta.
Questo permette alla ditta di diversificare la tipologia di lavoro, sia per via delle ridotte dimensioni di cantiere che consentono di accedere ad aree prima interdette alle classiche macchine operatrici, sia di usufruire soprattutto di una maggiore rapidità di esecuzione.
La trivellazione avviene mediante un cantiere automontato dotato di una torre munita di argano, di un sistema di sollevamento della batteria di aste di perforazione, di morse per l’avvitamento / svitamento delle stesse e di una pompa idraulica per l’iniezione del fluido di perforazione.
La macchina operatrice viene posizionata sul punto individuato unitamente ad una vasca di decantazione, che ha lo scopo di contenere il fluido che sarà impiegato durante la lavorazione. Si aggancia la prima asta alla quale viene collegato lo scalpello alla testa di rotazione, che, col suo movimento circolare, attua l’avanzamento nel terreno frantumandolo.
Contemporameamente, il fluido di perforazione viene pompato all’interno delle aste e aspirato dalla vasca allo scopo di raffreddare e lubrificare l’utensile, consentire la risalita del cutting e stabilizzare le pareti del foro. Questo sistema ha il vantaggio di poter proteggere le falde eventualmente incontrate, formando un pannello semipermeabile molto sottile, facilmente disgregabile durante le operazioni di spurgo a fine lavorazione. Quando l’asta viene completamente inserita, si blocca nella morsa e si inserisce la successiva, sino al raggiungimento della profondità autorizzata.
In casi particolari, unitamente alle aste di perforazione, vengono utilizzati i rivestimenti provvisori che consentono altresì l’impiego di un fluido di perforazione meno denso ed invasivo.
I detriti che si formano a seguito del movimento circolare dello scalpello, risalgono in superficie dall’intercapedine fra le aste ed il foro, grazie alla spinta ricevuta dal fluido. Si convogliano così all’interno della vasca di decantazione dove, a mezzo di un vibrovaglio, si separa la parte più grossolana da quella più fine, che viene reimmessa a circuito chiuso nelle aste di perforazione.
Al raggiungimento della profondità ottimale si procede alla totale rimozione delle aste e si inietta un fluido stabilizzante a evitare il collasso delle pareti. Viene posizionato in seguito un tubo di rivestimento sulla verticale della perforazione, grazie alla spinta meccanica ricevuta dalla testa di rotazione, agevolando contestualmente la fuoriuscita del fluido iniettato in precedenza per effetto del volume inserito.
Questa macchina viene impiegata per pozzi di piccolo diametro, ideali per le finalità domestiche o per la geotermia, dove non sono richiesti grandi quantitativi di acqua. Si riesce infatti a realizzare un foro massimo di Ø 330 mm. che non consente l’alloggiamento all’interno di una pompa particolarmente performante.